Ma i Grandi della Terra sono assenti: da Obama a Sarkozy a Gordon Brown. C’è, invece, Papa Benedetto XVI

Fa impressione vedere Obama parlare a qualche centinaio di studenti selezionati dalla dittatura cinese, mentre a Roma si discute di un problema planetario…!!!
D’altra parte anche durante durante il G8 si sono fatte solo generiche promesse, e nessuna parola di condanna è venuta dai Grandi Della Terra contro la Cina e l’Iran colpevoli del massacro di tante giovani vite,  studenti, giovani buddisti !!!

Ogni anno vediamo sempre le stesse immagini, sentiamo sempre gli stessi discorsi, le denunce dei responsabili della Fao e dell’ONU, ma i bambini continuano a morire, le nostre tavole sono sono sempre ricolme di cibo. ABBIAMO SOLO UN PROBLEMA: NON INGRASSARE.

Ma niente paura: un po’ di palestra, un po’ di piscina, una scorrazzata in bici e vai …!
Salvo poi che proprio quando ti stai ingozzando di spaghetti, che ti fa vedere il TG? Quei poveri bambini neri, ma così neri, con la pancia gonfia per la fame da far paura, gli occhi cisposi punzecchiati dalle mosche, sbarrati davanti a nostri occhi attoniti e increduli mentre uno spaghetto che non è voluto più scendere giù c’imbratta il mento, le loro braccine tese e penzolanti, inerti, ma non sono tese verso di noi … Tanto per fortuna il servizio del TG dura pochi secondi, poi altre immagini più confortanti ci sommergono, magari un bel servizio su come trascorrere le ormai imminenti vacanze invernali su belle innevate località del Trentino o forse, perchè no, ai Tropici.
Certo l’abbiamo scampata bella!!!: per un istante abbiamo rischiato di buttare all’aria la nostra bella tavola abbondantemente imbandita …

Domani è un altro giorno…, mica possiamo risolvere noi il problema della fame di miliardi di abitanti della terra: ci devono pensare i Grandi della Terra.

Ma i Grandi della Terra sono assenti …
Vabbè, se ne riparlerà il prossimo anno … “A proposito, che ha fatto la Nazionale? Ma Lippi lo convocherà Cassano per i Mondiali in … Africa!!! Accidenti ma proprio lì  dovevano fare i Mondiali? “.
A.C.

“Il cibo per tutti c’è, ma anche oggi moriranno 17mila bambini”

“Oltre 17mila bambini moriranno oggi di fame: uno ogni cinque secondi, 6 milioni in un anno”.
Questo è il grido d’allarme lanciato oggi dal segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki Moon, all’apertura del vertice Fao sulla sicurezza alimentare.
“Il mondo ha cibo più che sufficiente e nonostante questo oltre un miliardo di persone sono affamate.  Questo è inaccettabile.
Entro il 2050 il nostro pianeta ospiterà 9,1 miliardi di persone, oltre 2 miliardi più di adesso. Mentre la popolazione mondiale sta crescendo, cambiano le condizioni climatiche e sappiamo che entro il 2050 avremo bisogno di oltre il 70% di cibo in più. Per troppe persone – ha aggiunto – vivere senza cibo è una realtà quotidiana”.

Il presidente della Repubblica Italiana Giorgio Napolitano ha sottolineato nel suo messaggio come “proprio la crisi economica e finanziaria insegna che ricchezza e benessere hanno valore se largamente ed equamente distribuiti”.

Il discorso di Benedetto XVI è stato radicale:  per battere la fame nel mondo bisogna andare al cuore del problema, occorre cioè creare un nuovo assetto delle istituzioni economiche.

Meglio rimboccarci le maniche

Un  gruppo di abitanti di Pescomaggiore, paesino di montagna vicino a L’Aquila, hanno deciso di rimboccarsi le maniche e ricostruire da subito lì, sul posto,  le loro case distrutte dal sisma  del 6 aprile, senza attendere gli aiuti delle istituzioni, per continuare ad abitare la loro terra ed il loro paese, per ricostruirlo da subito. Hanno ottenuto i terreni in comodato d’uso dai loro concittadini  ed hanno ricostruito le case con tecnologie innovative totalmente ecocompatibili.

L’Aquila deve rinascere: loro la ricostruzione di L’Aquila l’hanno preso alla lettera.

Esempio unico, di cui i mass media non fanno cenno alcuno, forse perché questo progetto fa concorrenza al progetto governativo C.A.S.E. dai costi proibitivi.

Vedi il video

Per conoscere meglio il progetto clicca  >> qui

Caro Presidente Napolitano,

nella Sua recente visita nella nostra Terra sottolineò la fiducia riposta nelle istituzioni dalla nostra popolazione.
E si, di fiducia ne abbiamo avuta tanta, nelle amministrazioni centrali e locali.
Abbiamo vissuto mesi nelle tende per non abbandonare la nostra Terra perché ognuno di noi aveva ed ha i suoi buoni motivi per restare.
Abbiamo per questo sopportato mesi di vita nelle tende, invece che in moduli provvisori come si era sempre fatto per gli altri terremoti, avendo fiducia nella promessa  “a settembre un tetto per tutti”.
Settembre è passato da un pezzo, siamo entrati nell’ottavo (!) mese di tenda, le promesse non sono state mantenute e la temperatura, come la fiducia, inevitabilmente scende sotto-zero.
Ci viene proposto di trasferirci in alberghi lontani dalla nostra città. Chi non è stato evidentemente capace di gestire l’emergenza, ora vorrebbe che dopo otto mesi abbandonassimo il nostro territorio. Se non una casa, chiediamo quanto meno una soluzione per restare qui e non morire di freddo. Lo chiediamo da maggio. Ci viene risposto che i tempi non permettono soluzioni tempestive.
Dopo otto mesi! Dopo aver constatato che le Istituzioni, quando vogliono, possono procedere con la massima urgenza e rapidità: in occasione del G8 vennero di fatto costruite strade e un aeroporto in men che non si dica. Le situazioni di emergenze vanno affrontante con sforzi eccezionali.
Sono, caro Presidente, in una situazione di emergenza centinaia di persone, molte delle quali anziane, costrette a dormire in tenda a zero gradi? E’ una situazione tollerabile in un Paese civile a otto mesi dal sisma?
Al nostro rifiuto di “farci deportare” la Protezione Civile sta rispondendo con ricatti pratici e pressioni psicologiche: minaccia di staccare la corrente elettrica, toglie i servizi di assistenza essenziali, abbassa paurosamente la qualità del cibo, praticamente immangiabile. Le visite delle forze dell’ordine si fanno sempre più frequenti. Tenta insomma di renderci la vita ancora più impossibile, come se questa fosse vita …
Quale fiducia dobbiamo riporre in queste Istituzioni? In chi ci ha per mesi ingannato ed ora ci minaccia? Perché dei cittadini che chiedono il minimo per la sopravvivenza debbono essere percepiti dalle Istituzioni come un problema da eliminare?
Ma, come si dice, la speranza è l’ultima a morire. Per questo ci rivolgiamo a Lei, la più alta Istituzione, perché si diano risposte al nostro problema. La soluzione è semplice, a portata di mano e, soprattutto, immediata: moduli removibili, container, qualsiasi cosa ci faccia uscire dalle tende e rimanere nella nostra Terra. E’ chiedere troppo alle Istituzioni l’installazione in pochi giorni di qualche decina di soluzioni abitative temporanee?
E’ la nostra ultima speranza, il nostro ultimo tentativo. Se anche questo risulterà vano, la inviteremo nelle tende dove le riconsegneremo le nostre schede elettorali. In una democrazia che nega i bisogni fondamentali che senso ha andare a votare?

I residenti nelle tendopoli aquilane