L’AQUILA, 25 aprile ANTEPRIMA DI “COMANDO E CONTROLLO” Continue reading »

l film sul ‘metodo Augustus’ della Protezione civile

Trailer del film-documentario di Alberto Puliafito, prodotto da Fulvio Nebbia per iK Produzioni  sull’operato del dipartimento di Protezione Civile a L’Aquila durante l’emergenza terremoto: la ricostruzione, la gestione dei media, le deroghe alle leggi vigenti, gli appalti e le ordinanze: è la “shock economy” all’italiana

La prima internazionale del film è prevista a New York il 6 aprile 2010, per la comunità italiana.
(fonte repubblica.it)

vai_rosso ► sito del film

LIBRI: RDB PRESENTA, ‘IL POTERE ASSOLUTO. LA PROTEZIONE CIVILE AI TEMPI DI BERTOLASO’ Continue reading »

(ANSA) – ROMA, 1 DIC – Chiuse tutte le tendopoli in Abruzzo: le ultime 13 persone sono state sistemate in alberghi e nella caserma Campomizzi a L’Aquila.

Circa 18mila persone sono distribuite tra alberghi e case private nell’Aquilano e nelle altre province. Oltre 1.500 persone sono ospitate tra la scuola Gdf di Coppito e la caserma Campomizzi. Altre 6.700 sono nelle abitazioni antisismiche del progetto C.a.s.e. e oltre 600 nei moduli abitativi provvisori (Map) nei paesi della provincia dell’Aquila.

Sempre a proposito della trasmissione “Terra!”  del 19 novembre condotta da quello che si autodefinisce un autentico giornalista Toni Capuozzo, ho trovato nel blog http://www.shockjournalism.com/blog/ un post interessante di  cui vorrei citare solo alcune righe:

«Ci si dimentica dello slogan  dalle tende alle case quando si ricorda che sono poco più di 5mila, al 20 novembre, gli aquilani che hanno avuto un appartamento nelle spersonalizzanti new town.

Le poche voci fuori dal coro sono comunque presentate come storie edificanti, in un clima di grande operosità e di rinascita.

E Toni Capuozzo può chiudere in bellezza, ribadendo il concetto del piccolo grande successo in Abruzzo.»

Mi verrebbe solo da aggiungere: dopo 7 mesi di tenda, vero record nella storia dei disastri naturali in Italia!!!

Caro Presidente Napolitano,

nella Sua recente visita nella nostra Terra sottolineò la fiducia riposta nelle istituzioni dalla nostra popolazione.
E si, di fiducia ne abbiamo avuta tanta, nelle amministrazioni centrali e locali.
Abbiamo vissuto mesi nelle tende per non abbandonare la nostra Terra perché ognuno di noi aveva ed ha i suoi buoni motivi per restare.
Abbiamo per questo sopportato mesi di vita nelle tende, invece che in moduli provvisori come si era sempre fatto per gli altri terremoti, avendo fiducia nella promessa  “a settembre un tetto per tutti”.
Settembre è passato da un pezzo, siamo entrati nell’ottavo (!) mese di tenda, le promesse non sono state mantenute e la temperatura, come la fiducia, inevitabilmente scende sotto-zero.
Ci viene proposto di trasferirci in alberghi lontani dalla nostra città. Chi non è stato evidentemente capace di gestire l’emergenza, ora vorrebbe che dopo otto mesi abbandonassimo il nostro territorio. Se non una casa, chiediamo quanto meno una soluzione per restare qui e non morire di freddo. Lo chiediamo da maggio. Ci viene risposto che i tempi non permettono soluzioni tempestive.
Dopo otto mesi! Dopo aver constatato che le Istituzioni, quando vogliono, possono procedere con la massima urgenza e rapidità: in occasione del G8 vennero di fatto costruite strade e un aeroporto in men che non si dica. Le situazioni di emergenze vanno affrontante con sforzi eccezionali.
Sono, caro Presidente, in una situazione di emergenza centinaia di persone, molte delle quali anziane, costrette a dormire in tenda a zero gradi? E’ una situazione tollerabile in un Paese civile a otto mesi dal sisma?
Al nostro rifiuto di “farci deportare” la Protezione Civile sta rispondendo con ricatti pratici e pressioni psicologiche: minaccia di staccare la corrente elettrica, toglie i servizi di assistenza essenziali, abbassa paurosamente la qualità del cibo, praticamente immangiabile. Le visite delle forze dell’ordine si fanno sempre più frequenti. Tenta insomma di renderci la vita ancora più impossibile, come se questa fosse vita …
Quale fiducia dobbiamo riporre in queste Istituzioni? In chi ci ha per mesi ingannato ed ora ci minaccia? Perché dei cittadini che chiedono il minimo per la sopravvivenza debbono essere percepiti dalle Istituzioni come un problema da eliminare?
Ma, come si dice, la speranza è l’ultima a morire. Per questo ci rivolgiamo a Lei, la più alta Istituzione, perché si diano risposte al nostro problema. La soluzione è semplice, a portata di mano e, soprattutto, immediata: moduli removibili, container, qualsiasi cosa ci faccia uscire dalle tende e rimanere nella nostra Terra. E’ chiedere troppo alle Istituzioni l’installazione in pochi giorni di qualche decina di soluzioni abitative temporanee?
E’ la nostra ultima speranza, il nostro ultimo tentativo. Se anche questo risulterà vano, la inviteremo nelle tende dove le riconsegneremo le nostre schede elettorali. In una democrazia che nega i bisogni fondamentali che senso ha andare a votare?

I residenti nelle tendopoli aquilane