L’Aquila, 07-03-2010

Per la quarta domenica consecutiva, si fa sentire il popolo delle “carriole” nel capoluogo abruzzese ancora sconvolto dal sisma dello scorso aprile Continue reading »

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Studenti vittime del 6 aprile

NON SARETE DIMENTICATI

“ … i nostri figli morti nel terremoto de L’Aquila del 6 aprile del 2009 sono vittime dimenticate.
Da dopo il funerale mai nessuna istituzione  ha prestato più attenzione alle nostre famiglie sia morale che di altro genere…
Chi ha responsabilità deve pagare.”
Paolo Colonna, papà di Tonino

“Siamo qui per dire allo Stato che noi ci siamo i nostri figli ci sono e invece loro li hanno completamente messi da parte.
Hanno considerato  che valgono più le case che le vite umane.
Noi non abbiamo avuto dalle Istituzioni nessun tipo di supporto… quindi abbandonati completamente”
Sergio Bianchi, papà di Nicola

“ Perché ho perso un figlio io…? Io non mi so dare una risposta … Non so se c’è qualcuno che me la sa dare …”
Papà di Matteo

Roma  11 settembre 2009 Palazzo Chigi

Roma 11 settembre 2009 Palazzo Chigi

Manifestazione del Coordinamento dei familiari Studenti Universitari morti nel terremoto di L’Aquila

L’Unità.it  pubblica oggi un’intervista di Maristella Jervasi a Enzo Boschi, presidente Ingv, che riporto integralmente.
Intervista ad Enzo Boschi, presidente Ingv
di Maristella Iervasi

Enzo Boschi, presidente dell’Istituto nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Invg), lo dice senza perifrasi. “E’ una idea di Bertolaso. La Protezione civile vuole le nostre reti di monitoraggio sismico”.
E’ più che un timore. La minaccia è concreta ed è scritta nero su bianco in uno schema di decreto che porta la data del 29 ottobre e che mentre scriviamo è oggetto di nuove versioni e scintille di Tremonti nel pre-consiglio dei ministri. La Protezione civile diventerà una Spa. E forzatamente e arbitrariamente incamererà l’intero settore del monitoraggio dei terremoti che attualmente è gestito dall’Ingv, l’Istituto di geofisica e vulcanologia, diretto dal professor Enzo Boschi.

Sconcerto e mobilitazione in tutto l’ente di ricerca di via di Vigna Murata sull’Ardeatina, a Roma. E non solo. Con un pugno di mosche in mano rischiano di restare gli oltre 400 precari Ingv che da mesi chiedono l’aumento della dotazioane organica dell’ente.

La rete di monitoraggio dell’Istituto nazionale di Geofisica e vulganologia (Ingv) esiste dal 1980, dopo il terremoto dell’Irpinia. “Ha raggiunto un livello di qualità confrontabile con i paesi all’avanguardia nella ricerca sismologica nel mondo – sottolinea Massimo Cocco, sismologo e dirigente di ricerca dell’Istituto di via di Vigne Murate – ed è oggi un insostituibbile strumento sia per lo studio della fisica dell’interno della terra sia per la sorveglianza sismica dela terriotorio nazionale”. Un piatto ghiotto, dunque. Di alto prestigio. Che il nuovo scenario prospettato nella bozza di governo rischia invece di portare letteralmente al collasso. Con l’alto rischio della secretazione dei dati sismici.

Professor Boschi, vogliono smembrare l’Ingv?

“E’ quanto è scritto in uno schema di decreto. Stiamo cercando di impedire che questo accada”.

E come? E anzitutto, come l’ha scoperto?

“Credevo fosse uno scherzo lunedì mattina, poi ho letto lo schema di decreto….”.

Come difenderà l’istituto e i suoi dipendenti? Senza contare che nella sala sismica lavorano tanti ricercatori precari.

“È un’idea priva di senso. Separare il monitoraggio dalla ricerca sismologica e vulcanologica è sbagliato in termini scientifici. Il progresso tecnologico è dato dalla ricerca. Le reti di monitoraggio sono uno strumento fondamentale per la ricerca”.

Invece di aumentare la pianta organica dell’ente arriva lo smembramento. Presagiva questo tipo di riordino per il suo ente?

“Assolutamente no. Del resto io stesso verrò fatto fuori”.

Come scusi?

“Il mio mandato scadrà quando verrà approvato il decreto sul riordino degli enti. Tutti i vertici scadranno e verranno rinominati. Ma non è la mia carriera che è in gioco. E’ la ricerca. Separare una rete di monitoraggio della ricerca, limitandone l’uso alla sola sorveglianza, è un errore tattico molto grave. Non solo. E’ in contrasto con quanto proposto dal Miur dall’indacazione della Commissione europea”.

Dopo lo choc si sarà pur fatto un’idea. Chi ha secondo lei “partorito” tutto questo? Bertolaso?

“Per quel che ne so io sì: è un’idea della Protezione civile”.

Che ne sarà dell’istututo nazionale di Geofisica e Vulcanologia se non si riuscirà a fermare questo progetto?

“Se verrà messa in discussione la centralità della ricerca, quando vale chiuderlo definitivamente l’Ingv. Non avrebbe senso mantenerlo in piedi smembrato”.

Una parola per i suoi dipendenti e precari in agitazione.

“Non resteranno con le mani in mano. A questa minaccia noi tutti non ci stiamo. Questo tipo di progetto contenuto nello schema di decreto contrasta con quanto recita la Carta costituzionale sulla libertà di ricerca. I ricercatori non saranno di certo disponibili a trasferirsi e non li potranno obbligare. Chi ha un contratto, ad esempio, potrà fare ricorso al Tar”.

26 novembre 2009

Dal sito dell’INGV veniamo a sapere che è in atto la ristrutturazione dell’INGV non a causa del terremoto,  ma per un progetto di legge (Decreto legge 29 ottobre 2009)  che prevede il passaggio del monitoraggio sismico del territorio italiano alla Protezione Civile.

Questo non può non essere visto come un duro colpo al lavoro e all’esperienza dei tecnici dell’INGV che nei mesi del terremoto abbiamo apprezzato per le loro competenze  nel monitoraggio sismico dell’Aquilano, nonostante proprio in quei giorni fossero in stato di agitazione per ragioni contrattuali.

Neppure si può negare il contributo  di informazione e rassicurazioni dato dall’INGV alla popolazione,  del tutto ignara dei pericoli e dei rischi finora corsi.

Questo il comunicato ufficiale dell’INGV:

TERREMOTO ALL’INGV: IN PERICOLO LA RICERCA SISMOLOGICA E VULCANOLOGICA ITALIANA

Il Collegio di Istituto dell’INGV ha appreso con sorpresa e forte disappunto che una bozza di Decreto-legge datata 29 ottobre 2009 prevede una pesante ipotesi di riordino dell’ente.
Lo scenario delineato nella bozza di D.L. e’ allarmante: si vorrebbe trasferire, forzosamente e arbitrariamente, l’intero settore del monitoraggio dei terremoti al Dipartimento della Protezione Civile.
La separazione tra monitoraggio e ricerca e’ un gravissimo errore e una palese anomalia a livello mondiale che porterebbe in breve tempo al collasso qualitativo di entrambe le attività‘.
Questa operazione e’ in totale contraddizione con l’itinerario di riordino degli enti di ricerca gia’ programmato e con il piano di integrazione delle infrastrutture di ricerca nazionali promosso dalla Commissione Europea e condiviso dal MIUR.

Il Collegio di Istituto dell’INGV, in rappresentanza della comunita’ scientifica dell’ente, ha chiesto al Ministro Gelmini e al Sottosegretario Letta un intervento urgentissimo per scongiurare questa eventualita’, oltre a un incontro per manifestare direttamente il forte dissenso su tale iniziativa.

Il Collegio di Istituto INGV

Non si possono non condividere le preoccupazioni dell’INGV e credo che tutti noi dovremmo mostrare solidarietà per questi tecnici, alcuni dei quali abbiamo conosciuto di persona nelle ore immediatamente seguenti alle scosse del 6 aprile e apprezzato per la loro competenza e professionalità.

Per un maggiore approfondimento vai al sito dell’INGV http://portale.ingv.it/