I «TAR…TASSATI» ovverosia TERREMOTATI DI SERIE B Le scosse nelle Marche: Moretti ci spiega cosa sta accadendo

— Gli esperti rassicurano: il terremoto non può essere previsto. Chi lo fa procura solo ingiustificato allarme.
Queste le conclusioni della Commissione Grandi Rischi riunitasi a l’Aquila  il 31  marzo 2009.
6 giorni dopo  l’Apocalisse a L’Aquila …!!!

20090705_terremoto-abruzzo

Ora su quella Riunione sta indagando la Procura della Repubblica per “mancato allarme” !!! Lo ha confermato questa mattina il Procuratore Rossini nel corso del TG3 delle 7.30. Sembra di intuire dalle sue parole imminenti provvedimenti giudizari.

Quella riunione, voluta da Bertolaso ma da lui stesso disertata,  si tenne sotto pressione degli allarmi suscitati tra gli Aquilani stressati da mesi

continua a leggere →di continue scosse sismiche, l’ultime delle quali verificatesi il 30 marzo di M.4 e di M.3.5 a distanza di 5 minuti,  che avevano  fatto riversare in strada tutta la popolazione e sospendere qualsiasi attività nel capoluogo abruzzese.
Intanto si andavano diffondendo gli allarmi di una imminente fortissima scossanella Valle Peligna:
a Sulmona si era sentita fortissima la scossa del 29 marzo alle 10:43 di M. 3.8. Per quegli allarmi sarà denunciato Giuliani dal sindaco di Sulmona, proprio alla vigilia  della Riunione, denuncia che non farà altro che alimentare la polemica tra i sostenitori di Giuliani (non è vero che i terremoti non si possono prevedere)  e il mondo Accademico&Scientifico, con la Protezione Civile in testa che dava dell’ “Imbecille„  a Giuliani.

La riunione Grandi Rischi si tiene quindi il 31 marzo con grande attesa della Popolazione.

Vi partecipano, tra gli altri De Bernardinis,Vicecapo del Dip. Protezione Civile che «porta i saluti del Capo del Dip.Prot.Civ. » assente alla riunione, Barberi, vicepresidente Comm. Grandi Rischi, Boschi (INGV), Selvaggi (CNT), Dolce (resp. Uff. Rischio Sismico), il sindaco Cialiente.

Alla riunione hanno chiesto di partecipare alcuni geologi, come Moretti dell’UNIVAQ, ma non sono stati invitati.
La riunione dura all’incirca un’oretta, dalle 18.30 alle 19.30 secondo il verbale della riunione, per altri ancora meno di ½ ora.
Nel corso della riunione il prof. Boschi sosterrà in maniera molto sibillina che è «improbabile che ci sia a breve una scossa come quella del 1703, pure se non si può escludere in maniera assoluta» (Verbale riunione)
Molto più drastico invece è Barberi:  «conclude che non c’è nessun motivo per cui si possa dire che una sequenza di bassa magnitudo possa essere precursore di forte evento … qualunque previsione non ha fondamento scientifico» (Verbale della riunione 31 marzo 2009)

Conclusione logica: la popolazione stia tranquilla!!!
A leggere lo scarno verbale, che sarà pubblicato da L’Espresso, c’è da chiedersi — Ma che si sono riuniti a fa’!

Il verbale sarà fonte delle recenti polemiche tra lo stesso Boschi e Bertolaso, onnipresente oggi in ogni evento, su tutti i Media, assente ad una riunione in cui si discuteva del Destino di L’Aquila!!!

Non meraviglia quindi che la Procura della Repubblica di L’Aquila abbia aperto un’inchiesta su questa edificante Riunione, anche su  denuncia presentata nel mese di agosto dall’avvocato Antonio Valentini.

Il quotidiano online Avvenimenti ricostruisce in maniera dettagliata lo svolgimento della riunione:

Verbali volant

La Commissione grandi rischi, riunita prima del terremoto, si chiuse senza un testo scritto. Il documento fu firmato dopo il sisma. L’accusa del sismologo Enzo Boschi

di Manuele Bonaccorsi

«Ridicolo. In tanti anni non ho mai visto una riunione del genere della Commissione grandi rischi. Chiusa in appena mezz’ora, senza neppure un testo scritto. Il verbale dell’incontro è stato firmato solo il 6 aprile, a terremoto avvenuto». Chi parla è Enzo Boschi, presidente dell’Ingv (Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia) e decano della sismologia in Italia. E l’argomento dell’intervista che Boschi ha rilasciato a left, proprio mentre si parla dell’intenzione di Bertolaso di sottrarre all’istituto la gestione della rete di rilevazione sismica, è a dir poco scottante. Potrebbe interessare, ad esempio, al procuratore della Repubblica de L’Aquila Alfredo Rossini, che cura l’inchiesta sui crolli causati dal sisma del 6 aprile e segue il filone d’indagine dedicato alla riunione della commissione Grandi rischi del 31 marzo. Filone aperto in seguito all’esposto di un avvocato aquilano, Antonio Valentini. Ipotesi di reato: mancato allarme.

Ma andiamo con ordine. Il 31 marzo il capo della Protezione civile Guido Bertolaso indice una riunione della commissione Grandi rischi, che secondo la legge è il massimo «organo consultivo e propositivo del Servizio nazionale della Protezione civile su tutte le attività volte alla previsione e prevenzione delle ipotesi di rischio». L’incontro viene indetto in seguito ai due terremoti del IV grado Richter che colpiscono L’Aquila il 29 e il 30 marzo. «Credevo che avremmo fatto le ore piccole. In questi casi, dinanzi a gravi eventi, in una zona tra le più a rischio d’Italia, la commissione si conclude solo dopo aver preso una decisione all’unanimità, messa nero su bianco in un verbale», racconta Boschi. «In una riunione in genere il verbale viene approvato alla riunione seguente. Ma questo non ha senso per la commissione Grandi rischi. Da sempre, quando l’incontro viene convocato su un preciso evento, il verbale è firmato subito», spiega Boschi. Il motivo è semplice: dalle analisi della commissione può dipendere la sicurezza di intere comunità. Il 31 marzo, invece, l’incontro appare più una riunione di condominio. Manca Guido Bertolaso, che in quel periodo è impegnato nella preparazione del G8 della Maddalena. Sono presenti il vicepresidente della commissione Barberi e il vice di Bertolaso Bernardo De Bernardinis. Sin dalle prime battute si intuisce che l’incontro è stato indetto per tranquillizzare la popolazione. «Sono le 18:45 quando De Bernardinis prende la parola e apre la riunione ma poco prima delle 19.30 la chiude d’un tratto. Senza una delibera, senza un verbale. Rimango stupito, mi sembrava che non si fosse neppure iniziato, la sala era piena di persone che non conoscevo, amministratori locali, credo», racconta Boschi. «Solo in seguito ho saputo che l’interruzione era dovuta alla conferenza stampa a cui non ero stato invitato», precisa il sismologo.

Sette giorni dopo, il terremoto sveglia nella notte tutto il centro Italia. I sismologi partono per L’Aquila per valutare la situazione. I professori Barberi, Calvi, Eva e il direttore dell’ufficio sismico della Protezione civile Mauro Dolce, tutti componenti della commissione, si riuniscono a L’Aquila. Sono le 16.30. «All’inizio della riunione, Dolce mi fa vedere gli appunti dattiloscritti dell’incontro del 31, lo stesso fa con Barberi, che li corregge. E poi tutti firmiamo. Credevo si trattasse di una formalità ma era ridicolo firmare quel foglio a terremoto avvenuto». Subito dopo si svolge una seconda riunione della commissione, che dura molto poco, il tempo di stilare un nuovo verbale nel quale si ribadisce l’«impossibilità di prevedere un singolo evento sismico». Poco dopo «la Protezione civile nazionale rilascia un comunicato, che viene ripreso dall’agenzia Asca: «Terremoto: Bertolaso, da commissione Grandi rischi nessun allarme», il titolo. Il capo della Protezione civile spiega: «Avevo chiesto la riunione perché volevo un momento di confronto. Dopo c’è stata una conferenza stampa in cui il professor Berberi e il professor Boschi hanno esaminato tutte le informazioni e hanno stabilito che non era assolutamente prevedibile alcuna situazione di terremoto più violenta di quelle che erano state registrate».

«Falso, tutto falso – riprende Boschi. Cercano un capro espiatorio. A quella conferenza stampa non c’ero, lo sanno tutti. Non scherziamo, dal 1999 all’Ingv sosteniamo che la zona aquilana è una di quelle a maggior rischio. L’Aquila si trova in un territorio che in un nostro studio abbiamo definito “lacuna sismica”, una tra le quattro zone dove la possibilità di un sisma di vaste proporzioni è più probabile. In quella riunione io non ho né allarmato né tranquillizzato. Sarei folle ad andare in una zona che il mio istituto definisce ad altissimo rischio a tranquillizzare tutti». Continua Boschi: «Certo, la riunione non doveva svolgersi in quel modo. Ma, per favore, non date la colpa agli studiosi. Noi possiamo dare indicazioni di massima mentre i politici scaricano le responsabilità sui sismologi. Se il terremoto del 6 aprile ha procurato danni così gravi la colpa è dei costruttori, che non hanno seguito le norme. E dei politici locali, che erano a conoscenza degli studi, quello di Abruzzo Engineering ad esempio, che segnalava con precisione gli edifici a rischio». Di quella riunione, evidentemente, non tutti si fidavano. Tanto che pochi giorni dopo, il 2 aprile, il sindaco Massimo Cialente invia alla Protezione civile un telegramma, chiedendo di dichiarare lo Stato di emergenza a L’Aquila. Il giornali ne danno notizia il 18 aprile. Lo stesso giorno Berlusconi dichiara: «Il giorno prima di quel telegramma il governo aveva riunito la commissione Grandi rischi, che ha avuto un sessione lunga finita con un verbale dove si dichiarava che non c’era alcuna possibilità di prevedere il sisma. Questo dimostra l’efficienza della Protezione civile di cui dobbiamo essere fieri e orgogliosi». Peccato che la «lunga sessione» fosse durata poco più di mezz’ora e che il «verbale» di cui parla il premier fosse stato redatto solo dopo 7 giorni. E trecento morti.

11 dicembre 2009

(fonte www.avvenimentionline.it)

Il Centro del 19 agosto  dà notizia dell’avvio delle indagini sul mancato allarme:

Assicurazioni sul sisma, si indaga

il Centro — 19 agosto 2009

di Giampiero Giancarli

L’AQUILA. Nel mirino della procura la riunione del 30 marzo scorso della Commissione grandi rischi della Protezione civile nella quale fu annunciato alla popolazione che non si dovevano temere scosse più forti di quelle fino ad allora registrate. Ma, purtroppo, le cose sono andate poi in modo molto diverso. Secondo quanto si è appreso, il verbale di quell’incontro è già in possesso degli organi inquirenti per fare le opportune verifiche. L’iniziativa della magistratura, per ora alle fasi embrionali e dagli esiti ancora tutti da valutare, è la conseguenza diretta di una denuncia penale presentata nei giorni scorsi dall’avvocato Antonio Valentini . Una segnalazione che si avvale (per ora) anche di sette persone, che hanno avuto lutti in famiglia dopo il sisma, che sono pronte a testimoniare che le rassicurazioni avute hanno indotto loro stessi e i familiari deceduti a mettere da parte la prudenza e a non adottare precauzioni che invece avevano in animo di attuare. Ma una inchiesta di questo tipo era comunque inevitabile anche perchè sollecitata nelle scorse settimane da un comitato spontaneo formato dai familiari di universitari (non aquilani) morti in seguito a crolli ulteriori a quelli della Casa dello studente. I componenti di questo comitato si presentarono circa un mese fa dai magistrati Alfredo Rossini e Fabio Picuti per chiedere di far visionare ai loro periti le macerie degli edifici crollati prima che fossero rimosse sollecitando anche una indagine su quegli annunci, a loro avviso, erronamente rassicuranti. Nella denuncia, (nella quale sono stati allegati anche articoli e fotografie del nostro giornale) si sostiene che gli organi istituzionali avrebbero dovuto gestire la situazione in modo diverso rimettendo al prudente apprezzamento del singolo cittadino la scelta su come agire ribadendo, semmai, che i terremoti non possono essere previsti. Viene poi precisato nella denuncia che dal momento del sisma solo pochissimi immobili del centro storico sono stati messi in sicurezza. Secondo alcuni tecnici interpellati sarebbe stato sufficiente un periodo di tempo non superiore a tre mesi. Qualora, secondo l’esposto, si fosse agito per tempo la maggioranza degli edifici storici sarebbe stata salvata dalle lesioni ulteriori che si sono prodotte dopo le primissime forti scosse. Fermo restando che è sempre il magistrato a individuare i reati per i quali si procede viene indicato il reato di omicidio colposo plurimo per i presunti responsabili delle contestate rassicurazioni e il danneggiamento aggravato per i danni subiti dagli edifici gentilizi.

abruzzo24ore.tv dedica un ampio dossier sulla Commissione Grandi Rischi e sul  mancato allarme:
La Commissione Grandi Rischi denunciata per mancato allarme

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