Esplorata nel 1994 dal GS CAI Roma, dopo un lungo lavoro di disostruzione dell’ingresso, questa bellissima grotta si mantiene pressoché inalterata, segno della coscienza ambientale maturata in campo speleologico.
Non sono necessarie attrezzature per percorrerla, ma la sua visita richiede di cimentarsi con alcune strettoie prima di poterla ammirare in tutto il suo splendore.
Superato il primo tratto di cunicolo, si rimane già incantati dalle innumeroveli concrezioni che appaiono agli occhi.
Ma è solo l’inizio di quello che ci attende dopo: colate, stalattiti, stalagmiti, eccentriche, colonne, generalmente bianche.
Fino ad arrivare, superato il cosiddetto “laminatoio” (una lunga strettoia che ogni tanto richiede di riprendere fiato), ad un meraviglioso fiume fossile, con vaschette densamente popolate di speleotemi coralloidi, e ad un lago fossile, sovrastato da cortine immense di diversi colori che resteremmo a guardare per ore.
Ovunque lo sguardo va a finire si resta incantati per la quantità e varietà di concrezioni individuabili, in un quadro variopinto che la natura è riuscita pazientemente a creare nell’arco di migliaia e migliaia di anni.
E che nelle foto che seguono abbiamo in parte provato a catturare, per quanto possibile, con una macchina fotografica [utilizzare la funzione SlideShow (SL) o cliccare su FullScreen (FS) per una visualizzazione a
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(FONTE www.6aprile.it)