«Macerie dentro e fuori» Totti a L’Aquila

spaliamoCollemaggioOrmai non fa più notizia , ma loro, Il Popolo delle Carriole,  tenaci “Abruzzesi doc”,  continuano a spalare L’Aquila                                    Guarda il filmato  ►

«MediaCrewCasematte  — 23 maggio L’Aquila: Le aree pubbliche dell’Aquila ed il degrado post-sisma. I Cittadini dell’Aquila scrivono con delle zolle di prato, sull’ex piazzale erboso di Collemaggio “Collemaggio ai Cittadini” per richiamare l’attenzione sulle aree pubbliche dell’Aquila, ormai in degrado,e per richiedere un intervento organico ed immediato,su tutte le ex aree delle tendopoli ormai abbandonate»

Presenti anche alcuni giovani di Radio Aut di Cinisi

Intanto il Comitato 3e32 ha indirizzato una lettera alla giornalista del Tg Uno Maria Luisa Busi, che nella lettera indirizzata al suo Direttore citava la contestazione da lei subita a L’Aquila:

«… Quando centinaia di persone hanno inveito contro la troupe che guidavo al grido di vergogna e scodinzolini, ho capito che quel rapporto di fiducia che ci ha sempre legato al nostro pubblico era davvero compromesso. E’ quello che accade quando si privilegia la comunicazione all’informazione, la propaganda alla verifica …»

Questa la lettera del Comitato 3.32:

Cara Maria Luisa Busi,

abbiamo appena letto la lettera che hai inviato al direttore Minzolini con cui dichiari la tua indisponiblità a “metterci ancora la faccia”.

Come elemento scatenante citi le contestazioni ricevute dalla troupe del tg 1 da te guidata al centro dell’Aquila al grido di “scodinzolini”.

Quelle urla erano la rabbia accumulata da mesi di disinformazione che dipingeva la nostra città come ormai ricostruita, il miracolo aquilano con i suoi santi al seguito.

Quelle urla partivano dal cuore spezzato della nostra città, il centro storico, di cui, a un anno dal sisma, non solo non è iniziata la ricostruzione ma nemmeno sono stati approntati piani per il suo recupero!

Quelle urla uscivano dalle nostre case danneggiate, anche lievemente, che ancora non riusciamo a riparare (“ci vorranno al massimo tre mesi”, ci dicevano). E non parliamo solo del centro storico ma anche delle perfiferie e delle frazioni.

Erano insomma le urla di chi ha perso tutto, affetti, lavoro, casa, di chi si guarda intorno e non può far a meno di constatare che il futuro di questa Terra è compromesso.

Di chi è consapevole che dopo una tragedia del genere la partecipazione attiva dei cittadini è l’unica garanzia per dare una speranza al futuro, per scacciare quelli che contavano ridendo i soldi, mentre noi contavamo i nostri morti. Questa partecipazione è stata per mesi negata in una sorta di sospensione dei diritti costituzionali.

Di chi sa, perchè è un anno che studia tutte le carte, che i soldi necessari per la ricostruzione sono assolutamente insufficenti e quei pochi stanziati godono di dubbia copertura finanziaria (per dirla con la Corte dei Conti “non appare comunque ispirata a criteri prudenziali una copertura di oneri così elevati e per un periodo di tempo così lungo affidata all’ aleatorietà di comportamenti individuali connessi a consumi che presentano comunque un elevato grado di elasticità.”)

Poi accende la televisione e sente che qui va tutto bene.

Quelle urla erano una sferzata rivolta a una giornalista che apprezzavamo, un invito a tenere la schiena dritta.

A quanto pare a volte le sferzate servono, almeno una volta la nostra fiducia, quella verso di te, era ben riposta.

Con stima,

3e32

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