Il flop del G8 all’Aquila è ormai sotto gli occhi di tutti. A risentirne sono soprattutto le opere d’arte dell’Aquilano per le quali si erano annunciate fantomatiche adozioni da parte dei Grandi della Terra, “traslocati” in fretta e furia dalla Maddalena a L’Aquila.
Risultato: gli Aquilani costretti a stare nelle tende nei mesi più caldi del 2009 e le macerie lasciate a marcire nel centro storico di L’aquila, di Onna e degli altri paesi distrutti dal Sisma del 6 aprile per rendere più credibile “la questua pro Aquila“ e la Maxi Location dove sfilavano i Potenti, con la speranza malcelata che, commossi e impietosi da tanta rovina e lutti, avrebbe messo ben volentieri mano al portafogli.
Che cosa resta di tante promesse?
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Intanto nonostante le assicurazione delle autorità, si prevedono tempi biblici per la rimozione delle macerie.
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