«Il “buco” che va da Montereale all’Aquila è stato riempito solo in parte. Potremmo aspettarci, nell’area a sud-est di Amatrice, qualche altra scossa di magnitudo simile a quelle che si sono già verificate, tra 5 e 5.5 della scala Richter».
Sono le parole di Gianluca Valensise, responsabile dell’Ufficio di presidenza “Relazioni scientifiche istituzionali” dell’Ingv. L’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia chiarisce rischi e possibilità di un altro terremoto, dopo l’allarme che si è diffuso a macchia d’olio, sulla base del verbale della Commissione grandi rischi, che non ha escluso una nuova scossa di magnitudo tra 6.5 e 7.
Secondo Valensise «il tratto intermedio, da Montereale all’Aquila, potrebbe essere interessato da altri fenomeni sismici, non superiori a 5 gradi di magnitudo. Il sistema di faglie che si era attivato nel 2009 generando il terremoto dell’Aquila», spiega, «presumibilmente non è attualmente carico di energia. Di conseguenza, non è in grado di produrre forti terremoti».
Dichiarazioni precise e circostanziate dell’Ingv, che vengono sottolineate e riprese dal geologo Antonio Moretti, docente dell’Università dell’Aquila.
«Con Valensise abbiamo sempre avuto qualche divergenza scientifica», ammette Moretti, «fin da quando eravamo borsisti all’Istituto di geofisica, ma facciamo lo stesso mestiere e parliamo la stessa lingua. Purtroppo, le sue parole sono state completamente ignorate dalla Commissione grandi rischi».
Dopo il terremoto di Montereale, Valensise aveva parlato «di un tratto di collegamento, a«sud est di Amatrice, che poteva produrre ancora terremoti. Ma fino a 5- 5.5 di magnitudo». Indicazioni che cozzano con le dichiarazioni della Commissione grandi rischi, che ha elevato tale possibilità fino a 7 gradi di magnitudo, facendo scattare l’allarme tra la popolazione aquilana.
«Pur non essendo d’accordo su qualche dettaglio con Valensise», sottolinea Moretti, «ritengo la sostanza del discorso assolutamente corretta. Se si muoverà qualche segmento di faglia all’interno del sistema dando scosse anche di discreta energia, cosa plausibile, anzi probabile, tale fenomeno può essere inquadrato nel contesto del normale assestamento sismico del territorio. Valensise non ha assolutamente parlato di scosse disastrose che avverranno chissà dove e quando, ma ha elaborato una corretta analisi dei dati. Bisogna avere ancora un po’ di pazienza, ma niente panico. Soprattutto all’Aquila».
(fonte 6aprile.it)